Comincio questo post con una confessione, alquanto ovvia, scorrendo i miei post ed i miei articoli per Fashion News Magazine: non mi occupo quasi mai di brand 'storici' e consolidati - tranne quelli che preferisco e che vorrei indossare (Prada!), poiche' spesso il mio interesse viene catturato da quelli emergenti e/o in ascesa. Per molte stagioni quindi non ho recensito, tra gli altri, Vivienne Westwood, designer che non ha bisogno di ulteriore risonanza mediatica, visto lo status di 'leggenda' che ha raggiunto.
Per una serie di fattori pero', la scorsa settimana, la collezione #Ecotricity e' stata l'apertura della mia recensione della London Collections Men AW17: il fatto che sfilasse di nuovo a Londra, un focus sulla Westwood dalle origini del Punk ad oggi, scritto per il mensile di Settembre di FNM e infine la mia rinnovata sensibilita' e relativiti post contro il fast fashion, lo shopping compulsivo e gli abiti usa-e-getta.
Per comprendere la collezione mandata in passerella, cominciamo dal comunicato stampa, a meta' tra manifesto di un movimento ecologista a favore di un'economia piu' equa e la spiegazione standard del mood della collezione.
Va in passerella una tribu' che crede nel motto 'Buy Less, Choose Well, Make it Last' ( Compra Meno, Scegli Bene, Fai durare le Cose), costituita da donne e uomini che indossano abiti e completi semplici, che sembrano messi insieme da tessuti riciclati e riusati e che si vestono dallo stesso armadio, senza distinzione di genere e condividendo il guardaroba per risparmiare le risorse del pianeta.
Una collezione coesa e significativa, ma allo stesso tempo dai capi mettibili e commerciali. Il ritorno alle sue radici, a Londra ha giovato tantissimo a Vivienne Westwood, che ha rinnovato quel mix esplosivo di moda e impegno civile.
No comments:
Post a Comment