Potrebbe sembrare un paradosso il farsi domande filosofiche durante una sfilata e la partecipazione alla Fashion Week, ma non lo e' visto che mi accade sempre. Complice l'atmosfera buia e rarefatta, l'attesa sulle panche, la vicinanza con centinaia di persone sconosciute di tutte le provieneze, razze, professioni dela moda ed estetica, ci sono delle domande ricorrenti - ancora senza risposte definitive - che mi assillano la mente.
Dal
lontano 2011 osservo e faccio parte del '
carosello della Fashion Week' e solo da qualche tempo, dopo aver acquistato sicurezza, fiducia in me ed esperienza, oltre a
saper navigare il galateo di questo evento, complice l'eta' (?) ho cominciato a chiedermi
su quale sia l'essenza che si cela dietro alle sfilate, alle persone che vanno alle sfilate, che cosa ci faccio io alla LFW e AltaRoma: in breve su quale sia la fenomenologia della Fashion Week. Parolona filosofica, lo so, ma che descrive perfettament lo stato d'animo che mi accompagna durante le sfilate.
Mettendo da parte le risposte materilistiche sulla settimana della moda - a chi e a che cosa serve e quali siano le dinamiche che la regolano - ho sempre l'impressione che tutti - designer, stampa, buyer, pr e clienti - siano ansiosi di intravedere cosa ci riservera' il futuro, quali verita' si nascondo nelle cuciture e silhouette degli abiti e quali risposte ci daranno.