Cosi'come AltaRoma ha preso 'la forma' della Roma Fashion Week, anche l'elemento Couture e' in movimento. Inutile cercare ancora i grandi nomi di un tempo, l'Alta Moda a Roma e' cambiata e bisogna avere non solo un occhio esperto ma anche essere consapevoli di dove trovarla.
Infatti al proprio vocabolario, anche visivo bisogna aggiungere la demi-couture, la sorella agile e snella della Couture. La si e' vista nei pizzi, nei plisse' e nei ricami della collezione onirica di Italo Marseglia, per esempio. Tulle, pelle e denim si aggiungono ai tessuti 'riciclati' di grandi Maison, in un lavoro di creazione certosino e laborioso che nulla ha da invidiare all'AltaModa per tecnica e artigianalita'.
La demi-couture si affaccia anche nella collezione di Caterina Moro, che ha debuttato in passerella nel format Rome is My Runway. Segno riconoscibile della stilista romana e' il plisse' di tessuti insusuali, la pelle prima di tutto che si evolve per in questa collezione nel trattamento 'stropicciato' del tessuto a creare l'illusione di capi di carta. I ritagli in carta dell'infanzia infatti sono lo spunto creativo di Caterina Moro, che dimostra un equilibrio da veterana tra ispirazione, tecnica e commercialita'.
Infine sono gli abiti rossi di Sylvio Giardina a tenere alto il nome dell'Alta Moda romana. Ripetendo il successo del format della presentazione di gennaio. Il secondo capitolo, dopo il primo in bianco della scorsa stagione, e' in rosso. Gli abiti, idealmente ,emergono con energia dal terreno come fiamme mentre i volumi, il tulle, i plisse', i fiocchi ed il velluto esplorano la personalita' del rosso tra pericolo e passione.