La Roma Fashion Week rispecchia fedelmente la citta' che la ospita. Infatti il calendario e' un mix di ready to wear e Alta Moda, realta' e sogno, casual ed eleganza. Accanto al tema onnipresente dell'eco-sostenibilita', un filo rosso ha legato le collezioni di due stilisti che hanno anche in comune la capacita' di saper interpretare l'Alta Moda secondo canoni moderni e con uno stile inconfondibile; Antonio Martino e Giada Curti. Il Giappone e L'Indocina hanno sfilato infatti nelle sale dell' ex caserma Guido Reni e dell'hotelSt. Regis.
Antonio Martino, ritornato sul palcoscenico romano lo scorso luglio, ha fatto sfilare una donna guerriera, sicura di se' e grintosa. I volumi ampi, gli outfit a strati e i colori decisi sono in equilibrio diamico con la varieta' dei tessuti e delle loro consistenza. L'ispirazione proviene dalla leggenda di Tanabata - festival delle stelle giappopnese - che vede la principessa Orihime cucire bellissimi abiti, condannata dal padre a incontrare il suo innamorato una sola volta l'anno. Antonio Martino declina con intelligenza e creativita' le tipiche silhouette orientali in capi dall'eccellente fattura, che mostrano ma non scoprono e che mescolano tocchi couture con elementi ready to wear.
Giada Curti invece ci trasporta in Indocina seguendo le suggestioni del film e del romazo 'L'Amante'. Come nella storia anche in passerella sfila la tensione tra ragione e sentimento scandita da look severi e altri piu' languidi. Tratto comune e' la femminilita', mai volgare, che da sempre caratterizza lo stile della stilista cosi' come le raffinate stampe floreali che punteggiano gli abiti e le gonne.
Antonio Martino e Giada Curti hanno fatto (metaforicamente) viaggiare gli addetti ai lavori ed il pubblico con due collezioni di successo.
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